Lotto N. 265
LANCIA APPIA COUPÉ PININFARINA, 1958
telaio 812.01-1992, motore 814.00-1986. Con il lancio della Appia seconda serie a fianco della berlina la Lancia propone ai carrozzieri un telaio dedicato alle realizzazioni fuoriserie, strategia adottata con successo già per la Aurelia. Un primo tentativo nel 1956, con la serie 812.00, da vita ad una quindicina di esemplari allestiti dai maggiori carrozzieri dell'epoca. Pininfarina, forte dell'eccezionale successo della Florida dell'anno precedente, ne ripropone il disegno anche per la piccola Appia, ma il risultato non convince, e l'auto resta un esemplare unico. L'anno successivo la Lancia è decisa a fare sul serio e propone delle versioni sportive ufficiali da affiancare alla berlina. Mentre la Convertibile viene affidata a Vignale, la Coupé è opera nuovamente di Pininfarina, che ripensa completamente la vettura trasformando la massiccia 4 posti del '56 in una snella 2+2. L'auto debutta al Salone di Ginevra 1957, ed entra in produzione nei mesi successivi, con poche modifiche tra cui un nuovo disegno dei fanali posteriori. Queste versioni, a cui si aggiunge l'ancor più sportiva berlinetta Zagato, sono prodotte sul telaio tipo 812.01. La Coupé, offerta ad un prezzo di 1.750.000 lire, monta il raffinato V4 Appia portato a 53 CV (contro i 48 della berlina), una potenza certamente non eccezionale ma adeguata al tipo di vettura. Particolarità di questo modello, che nel frontale anticipa quella che sarà la Appia terza serie, è il tetto con i montanti posteriori triangolari e il largo lunotto panoramico. Soluzione inusuale per l'epoca è invece il portellone del baule realizzato in vetroresina. Dopo pochi esemplari di preserie la Coupé viene leggermente modificata, con l'eliminazione dei ripetitori sui montanti posteriori e della scritta ""Pinin Farina"" sulle fiancate e dal '57 al '59 resta in produzione totalizzando alcune centinaia di esemplari. La seconda serie (tipo 812.02), derivata dall'Appia terza serie, mostra una coda ridisegnata con fari verticali e monta un motore di poco più potente (54 CV). Nel 1960 la produzione viene affidata a Viotti (tipo 812.04), ma l'auto mantiene gli stemmi Pininfarina. La potenza sale a 60 CV e fino al '62 vengono assemblati 785 esemplari. L'esemplare con numero di telaio 1992 viene venduto nuovo a Grazia Galletti, moglie dell'industriale Adriano Olivetti, artefice del successo internazionale dell'azienda che porta il suo nome, grazie ai primi calcolatori che affiancavano le storiche macchine da scrivere e alla sua avanzata concezione dell'organizzazione del lavoro. Dal 1958 l'auto viene conservata nella residenza di famiglia, Villa Belli Boschi a Ivrea, dove è rimasta fino ad oggi. Conservata con la massima cura dalla prima proprietaria l'auto è arrivata fino a noi in condizioni di eccezionale conservazione, con interni e vernice originali pressoché intatti e bisognosi solamente di alcuni ritocchi. L'auto, tenuta regolarmente in funzione, è ancora perfettamente utilizzabile e viene venduta con documenti e targhe originali.